Il primo dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’Aids e come ogni anno le cifre del contagio di questa terribile malattia salgono sempre di più.Anche Latina non è da meno: secondo i dati che arrivano dall’Ospedale Santa Maria Goretti coloro che hanno contratto nel 2014 il virus dell’Aids sono in aumento. Infatti, si sono verificate 30 nuove infezioni con due decessi. Inoltre i 2/3 dei nuovi infettati sono eterosessuali e hanno meno di 35 anni.Latina è la seconda città nel Lazio, dopo Roma, per numero di casi. Tutto questo perché il messaggio che sta passando tra le persone è sbagliato, si sottovaluta la malattia, si pensa infatti che pur contraendo il virus si stia bene.Ma non è così, non bisogna abbassare la guardia.Per combattere il virus dell’Hiv che può contagiare chiunque, sono necessari la prevenzione e l’informazione.Proprio questo fa da tanti anni Antonietta Parisi, mamma di Daniele, bambino morto a causa dell’Aids.La signora Parisi da sempre si occupa di informare, soprattutto i giovani, sulla pericolosità del virus, per questo spesso è nelle scuole.Lo scorso 3 dicembre per esempio, da noi al Majorana ha proposto una vendita di torte e pizzette il cui ricavato servirà per acquistare un Ecografo Oculare per l’Ospedale Goretti di Latina.Noi studenti e professori, sensibili al problema, abbiamo partecipato volentieri a questa “riffa” particolare, acquistando le numerose prelibatezze che erano esposte nella sala bar dell’istituto.Tra un dolciume e un altro la mamma di Daniele ha distribuito anche informazioni utili sull’Hiv e raccontato la storia dello sfortunato Daniele: un bambino diventato angelo a soli 15 anni.È stato il virus a portarselo via sottraendolo ai suoi cari per sempre e facendolo diventare il simbolo della lotta all’HIV.Daniele ha raggiunto un traguardo importante poiché è stato l’unico bambino nel mondo che è sopravvissuto più a lungo, convivendo con l’Aids, contratto sin dalla nascita.Egli si trovava in un orfanotrofio di Roma perché la madre, tossicodipendente, era morta.La dolcissima Antonietta Parisi, che da tempo aveva il desiderio di adottare un bambino, si innamorò subito di lui, un po’ esile e con due occhioni grandi.A soli 10 mesi quindi Daniele diventa suo figlio adottivo.Ma la malattia non tarda a presentarsi: dopo analisi e ricerche scopre che il bimbo tanto desiderato è sieropositivo.Da quel giorno, nel settembre dell’84, Antonietta si dedica al figlio per cercare di dargli una vita serena e garantirgli sempre le cure necessarie. Nel 1995, grazie anche al prof. Fernando Aiuti, decide di far sottoporre Daniele ad una terapia per adulti, donandogli altri quattro anni di vita e superando così il limite della sopravvivenza dei bambini affetti dalla malattia, che a quei tempi era di sette anni.Ma, nonostante tutti gli sforzi, il ragazzo nel 1999 vola via.Da quel momento Antonietta dedica la sua vita al volontariato.Numerose le cifre raccolte che sono diventati macchinari per diversi ospedali o borse di studio per alunni di scuole elementari, medie e superiori.La mamma di Daniele opera in tutto il Lazio, in particolare a Latina ed è riuscita ad ottenere molta collaborazione attraverso una continua sensibilizzazione delle persone, intraprendendo un percorso difficile ma gratificante, grazie al sostegno di chi la segue da anni.Da un’esperienza personale negativa, ha tratto le forze per aiutare i malati, facendo del suo dolore uno strumento da mettere al servizio degli altri.Lei, infatti, è una grande donna, umile, solidale e molto determinata, che è nel cuore di tutti come “la mamma di Daniele”.È importante aiutare la ricerca, in particolare nel campo dell’Aids.Prima cosa fondamentale è parlarne e non ignorare la malattia, tutti noi dobbiamo comprendere che il sieropositivo non va emarginato o discriminato, come è successo a Daniele o ad altre persone affetti da HIV.Per arrivare a questo però prima di tutto dobbiamo volerci bene, voler bene al nostro corpo, cercando il più possibile di proteggerci dalle malattie sessualmente trasmissibili, che sono sempre in agguato.Coscienza e conoscenza sono l’antidoto migliore per tenere lontano questa terribile malattia.